OPERE MINORI
DI
DANTE ALIGHIERI
VOLUMO PRIMO
DANTE ALIGHIERI
Note: Caption attributes engraving to Santi Leigebe inc.
Figure: Engraving of a bust, profile head and shoulders of a man in a skullcap,
crowned with a laurel wreath.
Editorial Note (page ornament): Figure of a lyre, globe, and caduceus.
POESIE
DI
DANTE ALIGHIERI
PRECEDUTE DA UN DISCORSO
INTORNO
ALLA LORO LEGITTIMITÀ
FIRENZE
PER LEOP. ALLEGRINI E G. MAZZONI
NELLA BADIA FIORENTINA
MDCCCXXXIV.
SULLE
POESIE LIRICHE
CHE SI HANNO A STAMPA
COL NOME
DI DANTE ALIGHIERI
RAGIONAMENTO FILOLOGICO-CRITICO
DI P.I. FRATICELLI
Transcription Gap: pages VII-CCII (not pertinent)
Questa Canzone non è di Dante. In essa
non riscontrasi il solito stile elevato, sentenzioso
e conciso, siccome in tutte le altre
che sono di lui. In essa si parla della donna,
di cui mostrasi innamorato il poeta, in
un modo minuzioso e prolisso, che non è il proprio de Dante:
- Poi guardo l'amorosa e bella bocca,
- La spaciosa fronte e'l vago piglio,
- Li bianchi denti, e'l dritto naso e'l ciglio
- Polito e brun, talchè dipinto pare.
- Poi guardo la sua svelta e bianca gola,
- Commessa ben dalle spalle e dal petto,
- E il mento tondo, fesso e piccioletto.
- Poi guardo i bracci suoi distesi e grossi,
- La bianca mano, morbida e pulita,
-
10Guardo le lunghe e sottilette dita.
E nonostantechè ai tempi dell'Alighieri il
gusto non fosse ancora formato, pure quel
paragonare la sua donna ad un pavone, ad
una gru,
- Soave a guisa va di un bel pavone,
- Diritta sopra se come una grua,
pone viepiù in dubbio che la Canzona possa
essere di quel sommo poeta, il quale fu il
padre della maschia e grave poesia italiana,
ed il quale parlò sempre di Beatrice
in un modo gentile sì, ma dignitoso.
Infatti nella Proposta alla voce
induare
ci
dice il Monti che questa Canzone ha tutta
l'aria dello stile di Fazio, a cui realmente
un rarissimo Codice, posseduto dal Perticari,
la restituisce.
Col nome di Dante Alighieri non ritrovasi
in alcuno dei tanti Codici da noi veduti;
col nome di lui non rtirovasi nell'edizione
giuntina, ma sivvero a c.
122
retro
con quello d'incerto. Su quale autorità la
potremmo adunque creder di Dante, quando
nissun Codice a Dante l'attribuisce,
quando lo stile esclude la possibilità che a
Dante appartenga, quando l'edizione principale
e la più sicura a Dante la nega? Vero
è che col nome del nostro poeta vedesi
stampata nella veneta edizione delle Rime
antiche del
1518,
sulla cui sola autorità la
riprodussero poscia il Pasquali, lo Zatta
ed altri; ma questa edizione pei tanti suoi
strafalcioni e inesattezze non merita alcuna
o ben picciola fede.
Quindi si ritenga,
che la Canzone è spuria
(12).
Transcribed Footnote (page CCIV):
(12)
La Canzone, da cui il Sig. Prof Ab. Melchior
Missirini trae principale argomento per delineare
il ritratto di Beatrice, e dedurne quindi
l'identità con quello ch'ei possiede in una dipinta
Tavola antica, è appunto questa che noi rifiutiamo.
Quindi, (senza peraltro escludere la possibilità
che quella pittura rappresenti Beatrice) ognun
vede che il fondamento dal Missirini basato su
questa Canzone, posa in sul falso.
(V. il Commentario
sull'amore di Dante, e sul ritratto di Beatrice,
Fir. 1832, pag. 21).
Transcription Gap: pages CCV-CCCII (not pertinent)
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
Anche questo Sonetto fu col nome di Dante
Alighieri pubblicato dall'Allacci a pag.
293
della sua Raccolta. Sebbene non possa
dirsi tanto meschino quanto l'antecedente,
pure, ond'essere attribuito a Dante, manca
di autorità e di dati probabili. Sembra
indirizzato a Messer Brunetto Latini, cui il
poeta accompagnava alcuna sua operetta
o composizioncella, qui figurata nel vocabolo
pulzelletta.
Ma Brunetto Latini fu il precettore
di Dante, e morì quando il discepolo
era tuttora nella sua giovinezza: ed è perciò
che sorge il dubbio se il giovine Dante
potess'essere ardito a segno di dire al vecchio
Maestro, che qualora ei non riescisse
ad intendere la sentenza della composizione
inviatagli, se la facesse dichiarare da
altri
:
- Se voi non la intendete in questa guisa,
- In vostra gente ha molti frati Alberti
- Da intender ciò ch'è porto loro in mano, ec.
Per questi riflessi io riporrei il Sonetto presente
frai componimenti di dubbia legittimità.
Transcription Gap: pages CCCIV-CCCXXIV (not pertinent)
Sig.
dd
Note: Italic type of commentary changes to Roman just before quoted
poem, probably through printer error. --Ed.
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
Il presente Sonetto è quello, del quale,
benchè allor fosse inedito, disse il Muratori
(Perf. poesia, Vol. I, pag. 11) che dimostrava
in qual tempo Dante lo avesse scritto,
terminando con questi versi:
- E fu di Giugno venti dì all'entrante
- Anno mille dugento novant'uno.
Ma che il Muratori (riportiamo le stesse
parole del Witte, da cui fu recentemente
pubblicato il Sonetto) si fidasse a torto al
Codice Ambrosiano (superiormente citato),
il quale attribuisce questo Sonetto al nostro
poeta, si deduce dalla semplice riflessione,
che Dante avrebbe dovuto essere il più scel-
lerato ipocrita della terra, se avesse potuto
scrivere questo Sonetto lascivo nello stesso
tempo in cui riempiva la Vita Nuova colle
lagnanze le più commoventi sulla morte di
Beatrice, e precisamente non più di undici
giorni dopo il bel Sonetto XVII di quel libro.
Troppo ciecamente s'affidò dunque il
Muratori alla semplice autorità di un solo
Codice.
In questo debolissimo Sonetto, che il Lettore
riconoscerà a prima vista indegno di
Dante, perchè dettato in uno stile contorto
e snervato, si manifesta il poeta adoratore
di una femmina chiamata Bechina.
Or dunque
sappiamo dal Crescimbeni
(45)
che l'amante
di Bechina non fu Dante, ma sivvero
Cecco Angiolieri Sanese, a cui per conseguenza
appartener deve il Sonetto, siccome
appartengono gli altri nei quali è nominata
una tal donna, ed i quali si vedono stampati
nella
Raccolta dell'Allacci sotto il
nome dell'Angiolieri medesimo.
Transcribed Footnote (page CCCXXVI):
—,, Cecco Angiolieri Sanese visse certamente
ne'tempi stessi di Dante Alighieri, e particolarmente
negli ultimi anni del secolo XIII . . . . .
Sebbene per più Sonetti che egli a Dante scrisse,
e si leggono nella
Raccolta dell'Allacci, e'si pare
che fosse suo amico, nondimeno da uno assai satirico
si riconosce, che fu veramente suo emulo, quantunque
gli restasse per lunghissimo tratto addietro. . . .
Amò egli una tal Bechina, intorno alla quale compose;
e siccome era uomo facetissimo, così le sue
rime sono per lo più burlesche. ,,— (
Crescimbeni, Volgar poesia, Vol. II, Part. II, lib. I).
Transcription Gap: pages CCCXXVII-CCCLVI (not pertinent)
Transcription Gap: pages 1-12 (not pertinent)
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
Note:
Supplica la Morte a rattenere il colpo
già mosso contro Beatrice.
- Morte, poich'io non truovo a cui mi doglia,
- Nè cui pietà per me muova sospiri,
- Ove (1) ch'io miri, o'n qual parte ch'io sia;
- E perchè tu se'quella che mi spoglia
- D'ogni baldanza, e vesti di martiri,
- E per me giri ogni fortuna ria;
- Perchè tu, Morte, puoi la vita mia
- Povera a ricca far, come a te piace,
- A te conven, ch'io drizzi la mia face (2)
Transcribed Footnote (page 13):
(1) Ovunque.
Transcribed Footnote (page 13):
(2) Faccia, volto.
-
10Dipinta in guisa di persona morta.
- Io vegno a te, come a persona pia,
- Piangendo, Morte, quella dolce pace,
- Che colpo tuo (a) mi tolle, se disface
- La donna che con seco il mio cor porta;
- Quella ch'è d'ogni ben la vera porta.
- Morte, qual sia la pace che mi tolli,
- Perchè dinanzi a te piangendo vegno,
- Qui non l'assegno; chè veder lo puoi,
- Se guardi agli occhi miei di pianti molli;
-
20Se guardi alla pietà ch'ivi entro tegno;
- Se guardi al segno ch'io porto de'tuoi.
- Deh se paura già co'colpi suoi
- M'ha così concio, che farà'l tormento?
- S'io veggio il lume de'begli occhi spento,
- Che suole essere a'miei sì dolce guida,
- Ben veggio che'l mio fin consenti e vuoi:
- Sentirai dolce sotto il mio lamento:
- Ch'io temo forte già, per quel ch'io sento,
- Che per aver di minor doglia strida (3),
-
30Vorrò morire, e non fia chi m'occida.
- Morte, se tu questa gentile occidi,
- Lo sui sommo valore all'intelletto
- Mostra perfetto ciò che'n lei si vede,
- Tu discacci virtù, tu la disfidi (4);
- Tu togli a leggiadria il suo ricetto;
- Tu l'alto effetto spegni di mercede;
- Tu disfai la beltà ch'ella possiede,
- La qual tanto di ben più ch'altra luce (5),
Transcribed Footnote (page 14):
(a) Che il colpo tuo.
Transcribed Footnote (page 14):
(3) Affanni, angosce di minor dolore.
Transcribed Footnote (page 14):
(4) La disperi, la fai disperata.
Transcribed Footnote (page 14):
(5) Risplende.
- Quanto conven, che cosa che n'adduce
-
40Lume di cielo in criatura degna;
- Tu rompi e parti tanta buona fede
- Di quel verace Amor che la conduce.
- Se chiudi, Morte, la sua bella luce,
- Amor potrà ben dire ovunque regna:
- Io ho perduto la mia bella insegna.
- Morte, adunque di tanto mal t'incresca,
- Quanto seguiterà (6) se costei muore;
- Che fia'l maggiore, che si sentisse mai:
- Distendi (7) l'arco tuo sì, che non esca
-
50Pinta per corda (8) la saetta fore,
- Che, per passare il core, già messa v'hai:
- Deh qui mercè per Dio,; guarda che fai;
- Raffrena un poco il disfrenato ardire,
- Che già è mosso per voler ferire
- Questa, in cui Dio mise grazia tanta:
- Morte, deh non tardar, mercè, se l'hai;
- Chè mi par già veder lo cielo aprire,
- E gli Angeli di Dio quaggiù venire,
- Per volerne portar l'anima santa
-
60Di questa, in cui onor lassù si canta.
- Canzon, tu vedi ben come è sottile
- Quel filo, a cui s'atten la mia speranza;
- E quel che sanza questa donna io posso:
- Però con tua ragion, piana ed umile
- Muovi, novella mia, non far tardanza;
- Ch'a tua fidanza s'è mio prego mosso:
- E con quella umiltà che tieni addosso,
- Fatti, pietosa mia, dinanzi a Morte;
Transcribed Footnote (page 15):
(6) Seguirà, avverrà.
Transcribed Footnote (page 15):
(7) Allenta.
Transcribed Footnote (page 15):
(8) Spinta dalla corda.
- Sicch'a crudelità rompa le porte,
-
70E giunghi alla mercè del frutto buono;
- E s'egli avvien che per te sia rimosso
- Lo suo mortal voler, fa'che ne porte
- Novelle a nostra donna, e la conforte;
- Sì ch'ancor faccia al mondo di sè dono
- Questa anima gentil, di cui io sono.
Transcription Gap: rest of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 17-57 (not pertinent)
Note:
Fa il ritratto della sua donna.
- Io miro i crespi e gli biondi capegli,
- De'quali ha fatto per me rete Amore
- D'un fil di perle, e quando d'un bel fiore,
- Per me pigliare, in luogo (a) ch'egli adesca,
- E poi (b) riguardo dentro gli occhi (c) begli,
- Che passan per gli miei dentro dal core (d)
- Con tanto vivo e lucente splendore,
- Che propiamente par che dal sol esca.
- Virtù mostra che loro onor (e) più cresca;
-
10Ond'io che sì leggiadra star la (f) veggio,
- Così fra me sospirando ragiono:
- Oimè, perchè non sono
- A sol a sol con lei, ov'io la chieggio?
- Sicch'io potessi quella treccia bionda
- Disfarla ad onda ad onda (1),
- E far de'suoi begli occhi a'miei due specchi,
- Che lucon sì, che non trovan parecchi (2).
- Poi guardo l'amorosa e bella bocca,
- La spaciosa fronte, e il vago piglio (3),
-
20Li bianchi denti (g), e il dritto naso, e il ciglio
- Polito (h) e brun, talchè dipinto pare.
Transcribed Footnote (page 58):
(a) e trovo
Transcribed Footnote (page 58):
(b) E pria
Transcribed Footnote (page 58):
(c) ne'suoi occhi
Transcribed Footnote (page 58):
(d) Che van per li mie'mezzo dello core
Transcribed Footnote (page 58):
(e) così che'n lor
Transcribed Footnote (page 58):
(f) sì leggiadri star gli
Transcribed Footnote (page 58):
(g) diti
Transcribed Footnote (page 58):
(h) Più lieto
Transcribed Footnote (page 58):
(1) A ciocca, a ciocca.
Per similitudine.
Transcribed Footnote (page 58):
(2) Pari, simili.
Transcribed Footnote (page 58):
(3) Aspetto.
- Il vago mio pensier allor mi tocca
- Dicendo: vedi allegro dar di piglio
- In su quel (i) labbro sottile e vermiglio,
- Che d'ogni dolce saporito (k) pare.
- Deh odi il suo vezzoso ragionare,
- Quanto ben mostra morbida e pietosa,
- E come'l suo parlar parte e divide;
- Mira che quando ride
-
30Passa ben di dolcezza ogni altra cosa (l):
- Così di quella bocca il pensier mio
- Mi sprona; perchè io
- Non ho nel mondo cosa che non desse (4)
- A tal ch'un sì con buon voler dicesse.
- Poi guardo la sua svelta e bianca gola,
- Commessa ben dalle spalle e dal petto,
- E il mento tondo, fesso e piccioletto,
-
40Talchè più bel cogli occhi nol disegno;
- E il gran disio che sopra lei mi vola (m),
- Mi dice: vedi allegro il bel diletto (n)
- Aver quel collo fra le braccia stretto,
- E far in quella gola un piccol segno.
- Poi sopraggiugne, e dice: apri lo'ngegno;
- Se le parti di fuor son così belle,
- L'altre, che den valer, che dentro copre (o)?
- Che sol per le belle opre,
- Che sono in Cielo (p), il sole e l'altre stelle,
Transcribed Footnote (page 59):
(i) Dentro a quel
Transcribed Footnote (page 59):
(k) Dove ogni dolce e saporoso
Transcribed Footnote (page 59):
(l) Guarda quand'ella ride,
Che per diletto passa ogni altra cosa
Transcribed Footnote (page 59):
(m) E quel pensier che sol per lei m'invola
Transcribed Footnote (page 59):
(n) guarda e vedi bel diletto
Transcribed Footnote (page 59):
(o) parer che asconde e copre?
Transcribed Footnote (page 59):
(p) Fanno in cielo
Transcribed Footnote (page 59):
(4) Dessi.
-
50Dentro da lor (q) si crede il Paradiso;
- Così se guardi fiso,
- Pensar ben dei ch'ogni terren piacere
- Si trova in lei, ma tu nol puoi (r) vedere.
- Poi guardo i bracci suoi distesi e grossi,
- La bianca mano morbida e polita;
- Guardo le lunghe e sottilette dita,
- Vaghe di quell'anel che l'un tien cinto;
- E il mio pensier mi dice: or se tu fossi
- Dentro a que'bracci, fra quella partita
-
60Tanto diletto (s) avrebbe la tua vita,
- Che dir per me non si potrebbe il quinto (5).
- Vedi ch'ogni suo membro par depinto;
- Formosa (6) e grande (t), quanto a lei s'avvene,
- Con un color angelico di perla;
- Graziosa a vederla,
- E disdegnosa, dove si convene;
- Umile, vergognosa e temperata,
- E sempre a virtù grata,
- Intra'suoi be'costumi un atto regna,
-
70Che d'ogni riverenza la fa degna.
- Canzon, tu puoi ben dir sicuramente,
- Che poich'al mondo (bb) bella donna nacque,
-
90Nessuna mai non piacque
- Generalmente, quanto fa costei,
- Perchè si trova in lei
- Beltà di corpo, e d'anima (cc) bontate;
- Fuorchè le manca un poco di pietate.
Transcribed Footnote (page 61):
(x) leggiadra o bella
Transcribed Footnote (page 61):
(y) Che te ne par che fugga o vada via
Transcribed Footnote (page 61):
(z) guarda
Transcribed Footnote (page 61):
(aa) sua beltate
Transcribed Footnote (page 61):
(bb) dir sta veritate: Posciach'al mondo
Transcribed Footnote (page 61):
(cc) d'animo
Transcribed Footnote (page 61):
(7) S'accompagna.
Transcribed Footnote (page 61):
(8) Prende il moto,
e figuratamente
s'appressa, s'avvicina
il Sole.
Transcribed Footnote (page 61):
(9)Splendore.
Transcribed Footnote (page 61):
(10) Adornamento.
Transcribed Footnote (page 61):
(11) Disfà,
e per metafora, oscura, ottenebra.
Transcription Gap: pages 62-66 (not pertinent)
Transcription Gap: top of page (not pertinent)
- Tu conosci, Signore, assai di certo,
- Che me creasti atto (d)
- A servirti; ma non ere io ancore morso (2),
- Quando di sotto il ciel vidi scoperto
- Lo volto, ond'io son catto (3);
- Di che gli spiritelli ferno corso
-
20Ver Madonna a destrorso (4).
- Quella leggiadra, che sopra vertute,
- È vaga di beltate di se stessa,
- Mostra ponerli subito a salute:
- Allor fidansi ad essa;
- E poichè furon stretti nel suo manto,
- La dolce pace li converse in pianto.
- Io che pure sentia costor dolersi,
- Come l'affetto mena,
- Molte fiate corsi avanti a lei.
-
30L'anima, che per ver dovea tenersi,
- Mi porse alquanto lena,
- Ch'io mirai fiso gli occhi di costei:
- Tu ricordar ten dei,
- Che mi chiamasti col viso soave,
- Ond'io sperai allento (5) al maggior carco:
- E tosto che ver me strinse la chiave,
- Con benigno rammarco
- Mi compiagnevi, e 'n atto sì pietoso,
- Che al tormento m'infiammo più gioioso.
-
40Per la vista gentil, chiara e vezzosa,
Transcribed Footnote (page 68):
(d) Che m' creasti sempre atto
Transcribed Footnote (page 68):
(2) Ferito.
Transcribed Footnote (page 68):
(3) Preso,
dal lat. captus.
Transcribed Footnote (page 68):
(4) Dalla parte destra, dextrorsum.
Transcribed Footnote (page 68):
(5) Allentamento, alleviamento.
- Venni fedel soggetto,
- Ed aggradiami ciascun suo contegno,
- Gloriandomi servir sì gentil cosa:
- Ogni sommo diletto
- Posposi, per guardar nel chiaro segno:
- Sì m'ha (e) quel crudo sdegno,
- Per consumarmi ciò che ne fu manco,
- Coperse l'umiltà del nobil viso,
- Onde discese lo quadrel nel fianco,
-
50Che vivo m'ave ucciso;
- Ed ella si godea vedermi in pene,
- Sol per provar, se da te valor vene.
- Io così lasso, innamorato e stracco,
- Desiderava morte,
- Quasi per campo diverso martiro,
- Che 'l pianto m'avea già sì rotto e fiacco,
- Oltra (f) l'umana sorte,
- Ch'io mi credea ultimo ogni sospiro.
- Pur l'ardente desiro
-
60Tanto poi mi costrinse a sofferire,
- Che per l'angoscia tramortitti in terra,
- E nella fantasia udiami dire,
- Che di cotesta guerra
- Ben converria ch'io ne perissi ancora;
- Sicch'io dottava (6) amar per gran paora.
- Signor, tu m'hai (g) intesa
- La vita ch'io sostenni, teco stando;
- Non ch'io ti conti questa per difesa,
- Anzi t'obbedirò nel tuo comando;
Transcribed Footnote (page 69):
(e) Sì ma,
in m'hai
Transcribed Footnote (page 69):
(f) Oltr'a
Transcribed Footnote (page 69):
(g) Signor, già
Transcribed Footnote (page 69):
(6) Temeva
-
70Ma se di tale impresa
- Bimarrò morto, e che tu m'abbandoni,
- Per Dio, ti prego, almen (h) che a lei perdoni.
Transcribed Footnote (page 70):
(h) almeno a lei
Transcription Gap: bottom of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 71-96 (not pertinent)
- Al poco giorno, ed al gran cerchio d'ombra
- Son giunto, lasso, ed al bianchir de'colli,
- Quando si perde lo color nell'erba:
- E'l mio disio però non cangia il verde,
- Sì è barbato nella dura pietra,
- Che parla e sente, come fosse donna.
- Similemente questa nova donna
- Si sta gelata, come neve all'ombra;
- Che non la move, se non come pietra,
-
10Il dolce tempo, che riscalda i colli,
- E che gli fa tornar di bianco in verde,
- Perchè gli copre di fioretti e d'erba.
- Quando ella ha in testa una ghirlanda d'erba,
- Trae della mente nostra ogni altra donna;
- Perchè si mischia il crespo giallo e'l verde
- Sì bel, ch'Amor vi viene a stare all'ombra;
- Che m'ha serrato tra piccioli colli
- Più forte assai, che la calcina pietra;
- Le sue bellezze han più virtù, che pietra,
-
20E'l colpo suo non può sanar per erba;
- Ch'io son fuggito per piani e per colli,
- Per potere scampar da cotal donna;
- Onde al suo lume non mi può fare ombra
- Poggio, nè muro mai, nè fronda verde.
Transcribed Footnote (page 97):
(1) Radicato.
- Io l'ho veduta già vestita a verde
- Sì fatta, ch'ella avrebbe messo in pietra
- L'amor, ch'io porto pure alla sua ombra;
- Ond'io l'ho chiesta in un bel prato d'erba
- Innamorata, come anco fu donna,
-
30E chiusa intorno d'altissimi colli.
- Ma ben ritorneranno i fiumi a'colli
- Prima, che questo legno molle e verde
- S'infiammi, come suol far bella donna,
- Di me, che mi torrei dormire in pietra
- Tutto il mio tempo, e gir pascendo l'erba,
- Sol per vedere de'suoi panni l'ombra (a).
- Quandunque i colli fanno più nera ombra,
- Sotto un bel verde la giovene donna
- Gli fa sparir (b), come pietra sotto erba.
Transcribed Footnote (page 98):
(a) veder u'suoi panni fanno ombra
Transcribed Footnote (page 98):
(b) sparer
Transcription Gap: page 99 (not pertinent)
Transcription Gap: rest of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 101-104 (not pertinent)
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
Cino da Pistoia
- Poichè saziar non posso gli occhi miei
- Di guardare a Madonna (a) il suo bel viso,
- Mirerol tanto fiso
- Ch'io diverrò beato (b), lei guardando.
- A guisa d'Angel, che di sua natura,
- Stando su in altura (c),
- Divien beato, sol vedendo Iddio;
- Così essendo umana criatura,
- Guardando la figura
-
10Di questa Donna che tene il cor mio,
- Potria beato divenir qui io;
- Tant'è la sua virtù, che spande e porge,
Transcribed Footnote (page 105):
(a) guardar di Madonna
Transcribed Footnote (page 105):
(b) felice
Transcribed Footnote (page 105):
(c) Sopra umana fattura
- Avvegna non la scorge (d),
- Se non chi lei onora desiando.
Transcribed Footnote (page 106):
(d) che spande e porge Se stessa ad altri,
avvegna non la scorge
Transcription Gap: rest of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 107-113 (not pertinent)
Transcription Gap: rest of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 115-128 (not pertinent)
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
- Poich'io non trovo chi meco (a) ragioni
- Del Signor cui serviamo e voi (b) ed io,
- Convienmi soddisfare il (c) gran desio,
- Ch'io ho di dire i pensamenti buoni.
- Null'altra cosa appo voi m'accagioni
- Dello lungo e noioso (d) tacer mio,
- Se non il loco ov'io son (e), ch'è sì rio,
- Che il ben (f) non trova chi albergo gli doni.
- Donna non c'è che Amor le venga al volto,
-
10Nè uomo ancora che per lui (g) sospiri;
- E chi'l facesse saria detto stolto.
- Ahi, Messer Cino, com'è'l tempo volto (h)
- A danno nostro e delli (i) nostri diri,
- Da poi che'l ben c'è sì poco ricolto.
Transcribed Footnote (page 129):
(a) Poich'io non truo'chi con meco — Perch'io
Transcribed Footnote (page 129):
(b) a cui siete voi
Transcribed Footnote (page 129):
(c) al
Transcribed Footnote (page 129):
(d) Di lungo e di noioso
Transcribed Footnote (page 129):
(e) Sono in loco ov'io sono
Transcribed Footnote (page 129):
(f) Che ben
Transcribed Footnote (page 129):
(g) per lei
Transcribed Footnote (page 129):
(h) Ahi, Messer Cin, com'è'l tempo rivolto
Transcribed Footnote (page 129):
(i) ed alli
Transcription Gap: rest of page (not pertinent)
Transcription Gap: pages 130-131 (not pertinent)
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Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
- Io maladico il dì ch'io vidi imprima (a)
- La luce de'vostri occhi traditori,
- E'l punto che veniste in sulla cima
- Del core a trarne l'anima di fori:
- E maladico l'amorosa lima,
- Ch'ha pulito i miei detti (b) e i bei colori,
Transcribed Footnote (page 132):
(1) veddi prima
Transcribed Footnote (page 132):
(b) molti
- Ch'io ho per voi trovati e messi in rima,
- Per far che'l mondo mai sempre v'onori.
- E maladico la mia mente dura,
-
10Che ferma è di tener quel che m'uccide,
- Cioè la bella e rea vostra figura,
- Per cui Amor sovente se spergiura (1);
- Sicchè ciascun di lui (c) e di me ride,
- Che credo tor la ruota alla ventura.
Transcribed Footnote (page 133):
(c) di lui
Transcribed Footnote (page 133):
(1) Si rende spergiuro.
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Transcription Gap: pages 134-141 (not pertinent)
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- Voi, donne, che pietoso atto mostrate,
- Chi è esta donna, che giace sì vinta?
- Sare' (1) mai quella ch'è nel mio cor pinta?
- Deh, s'ella è dessa, più non mel celate.
- Ben ha le sue sembianze sì cambiate,
- E la figura sua mi par sì spenta,
- Ch'al mio parere ella non rappresenta
- Quella che fa parer l'altre beate.
- Se nostra donna conoscer non puoi,
-
10Ch'è sì conquisa, non mi par gran fatto,
- Perocchè quel medesmo avvene a noi.
- Ma se tu mirerai, al gentil atto
- Degli occhi suoi cognosceraila poi:
- Non pianger più, tu sei già tutto sfatto.
Transcribed Footnote (page 142):
(1) Sarebbe.
- Onde venite voi così pensose?
- Ditemel, s'a voi piace, in cortesia;
- Ch'io ho dottanza che la donna mia
- Non vi faccia tornar così dogliose:
- Deh, gentil donne, non siate sdegnose,
- Nè di ristare alquanto in questa via,
- E dire al doloroso che disia
- Udir della sua donna alcune cose;
- Avvegnachè gravoso m'è l'udire;
-
10Sì m'ha in tutto Amor da sè scacciato,
- Ch'ogni suo atto mi trae a ferire:
- Guardate bene, s'io son consumato;
- Ch'ogni mio spirto cominicia a fuggire,
- Se da voi, donne, non son confortato.
- Di donne io vidi una gentile schiera
- Quest'ognissanti prossimo passato;
- Ed una ne venia quasi primiera,
- Seco menando Amor dal destro lato.
- Dagli occhi suoi gittava una lumiera,
- La qual pareva un spirito infiammato;
- Ed i'ebbi tanto ardir, che la sua cera
- Guardando, vidi un angiol figurato.
- A chi era degno poi dava salute
-
10Con gli occhi suoi quella benigna e piana,
- Empiendo il core a ciascun di virtute:
- Credo che in ciel nascesse esta soprana,
- E venne in terra per nostra salute:
- Dunque beata chi l'è prossimana (1).
Transcribed Footnote (page 143):
(1) Prossima.
- Un dì si venne a me Melanconia,
- E disse: voglio un poco stare teco;
- E parve a me che si menasse seco
- Dolor ed Ira per sua compagnia.
- Ed io le dissi: partiti, va'via;
- Ed ella mi rispose come un greco;
- E ragionando a grand'agio meco,
- Guardai, e vidi Amore che venia
- Vestito di nuovo di un drappo nero,
-
10E nel suo capo portava un cappello,
- E certo lacrimava pur da vero.
- Ed io gli dissi: che hai, cattivello?
- Ed ei rispose: io ho guai e pensero;
- Chè nostra donna muor, dolce fratello.
- Messer Brunetto, questa pulzelletta
- Con esso voi si vien la pasqua a fare;
- Non intendete pasqua da mangiare,
- Ch'ella non mangia, anzi vuol esser letta.
- La sua sentenza non richiede fretta,
- Nè luogo di romor, nè da giullare (1);
- Anzi si vuol più volte lusingare,
- Prima che in intelletto altrui si metta.
- Se voi non la'ntendete in questa guisa,
-
10In vostra gente ha molti frati Alberti,
- D'intender ciò ch'è porto loro in mano.
Transcribed Footnote (page 144):
(1) Buffone.
- Con lor vi restringete senza risa,
- E se gli altri de'dubbi non son certi,
- Ricorrete alla fine a Messer Giano.
- Io mi credea del tutto esser partito
- Da queste vostre rime, Messer Cino;
- Chè si conviene omai altro cammino
- Alla mia nave, più lunge dal lito;
- Ma perch'io ho di voi più volte udito,
- Che pigliar vi lasciate ad ogni uncino,
- Piacciavi di prestare un pocolino
- A questa penna lo stancato dito.
- Chi s'innamora, siccome voi fate,
-
10Ed ad ogni piacer si lega e scioglie,
- Mostra ch'Amor leggiermente il saetti:
- Se'l vostro cuor si piega in tante voglie,
- Per Dio vi priego che voi'l correggiate,
- Sicchè s'accordi i fatti a'dolci detti.
- Guido, vorrei, che tu e Lappo ed io
- Fossimo presi per incantamento,
- E messi ad un vascel, ch'ad ogni vento
- Per mare andasse a voler vostro e mio;
- Sicchè fortuna, od altro tempo rio,
- Non ci potesse dare impedimento;
- Anzi vivendo sempre in noi'l talento
- Di stare insieme crescesse'l disio.
- E Monna Vanna, e Monna Bice poi,
-
10Con quella su il numer delle trenta,
- Con noi ponesse il buono incantatore;
- E quivi ragionar sempre d'amore:
- E ciascuna di lor fosse contenta,
- Siccome io credo che sariamo noi.
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Transcription Gap: pages 147-148 (not pertinent)
- Chi udisse tossir la mal fatata
- Moglie di Bicci vocato Forese,
- Potrebbe dir che là fosse vernata
- Ove si fa'l cristallo in quel paese.
- Di mezzo Agosto la trovi infreddata,
- Or pensa che dee far d'ogni altro mese:
- E non le val perchè dorma calzata
- Mercè del copertoio Cortonese.
- La tosse, il freddo e l'altra mala voglia
-
10Non le addivien per umor ch'abbia vecchi,
- Ma per difetto che ella sente al nido.
- Piange la madre, che ha più d'una doglia,
- Dicendo: lassa a me, per fichi secchi
- Messa l'avrai in cassa il conte Guido.
- Bicci novel figliuol di non so cui,
- Se non ne domandassi Mona Tessa,
- Giù per la gola tanta roba ha messa
- Che a forza r gli convien torre l'altrui.
- E già la gente si guarda da lui,
- Chi ha borsa al lato là dove s'appressa,
- Dicendo: questi che ha la faccia fessa
- È piuvico (1) ladron negli atti sui.
- E tal giace per lui nel letto tristo
-
10Per tema non sia preso all'imbolare,
- Che gli appartien quanto Giuseppe a Cristo.
- Di Bicci e de'fratei posso contare,
- Che per lo sangue lor del male acquisto
- Sanno a lor donne buon cognati fare.
Transcribed Footnote (page 150):
(1) Pubblico.
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Transcription Gap: page 151 (not pertinent)
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- Due donne in cima della mente mia
- Venute sono a ragionar d'amore;
- L'una ha in sè cortesia e valore,
- Prudenzia ed onestate'n compagnia.
- L'altra ha bellezza e vaga leggiadra,
- E adorna gentilezza le fa onore,
- Ed io, mercè del dolce mio signore,
- Stommene a piè della lor signoria.
- Parlan bellezza e virtù allo'ntelletto,
-
10E fan question, come un cuor puote stare
- Infra duo donne con amor perfetto:
- Risponde il fonte del gentil parlare,
- Che amar si può bellezza per diletto,
- E amar puossi virtù per alto oprare.
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Transcription Gap: page 154 (not pertinent)
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- I'ho tutte le cose, ch'io non voglio,
- E non ho punto di quel che mi piace,
- Poich'io non trovo con Becchina pace,
- Ond'io ne porto tutto il mio cordoglio,
- Che non caprebbe scritto su'n un foglio,
- Che vi fosse entro la Bibbia, capace,
- Ch'io ardo come fuco in fornace,
- Membrando quel che fa lei aver soglio.
- Chè le stelle del cielo non son tante,
-
10(Ancora ch'io torrei esser digiuno),
- Quanti baci le diè in un istante
- In me la bocca, ed altro non nessuno:
- E fu di Giugno venti dì, all'entrante
- Anno mille dugento nonant'uno.
- Quando veggio Becchina corrucciata,
- Purch'io avessi allor cor di leone,
- Sì tremerei com'un picciol garzone,
- Quando il maestro gli vuol dar palmata.
- L'anima mia vorrebbe esser non nata
- Nanzi ch'aver cotal afflizione,
- E maledico il punto e la stagione,
- Che tanta pena mi fu destinata.
- Ma, s'io dovessi darmi allo nemico,
-
10E'si conviene ch'io pur trovi via
- Ch'io non tema lo suo corruccio un fico;
- Però, s'io nol potessi, io mi morria,
- Ond'io nol celo, anzi palese'l dico,
- Ch'io proverò tutta mia valenzia.
- Lode di Dio e della Madre pura,
- Amico caro, è ogni tuo lavoro;
- Fai come quel, che l'etermal tesoro
- Nel temporale acquista, che non dura.
- Sicchè rendrai'l talento con usura,
- Ch'è stato creto (1) a te d'argento e d'oro;
- Ma in numero mi mett'io di coloro,
- Ch'en dati tutti alla mondana cura.
- Chè come l'ambra della terra scuro
-
10Fa'l globo della luna, quando'l tole (2)
- Lo chiaro raggio ch'allumar lo suole,
- Così distanza togliendomi il sole
- Ch'alluminava, mi fa tardo e duro,
- Quasi animal del gregge d'Epicuro.
Transcribed Footnote (page 157):
(1)
Contrazione di creduto, cioè affidato.
Transcribed Footnote (page 157):
(2) Gli toglie.
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Transcription Gap: pages 158-159 (not pertinent)
Transcription Gap: beginning of page (not pertinent)
- Lo re che merta (1) i suoi servi a ristoro
- Con abbondanza, e vince ogni misura,
- Mi fa lasciare la fiera rancura,
- E drizzar gli occhi al sommo concistoro.
- E qui pensando al glorioso coro
- Dei cittadin della cittade pura,
- Laudando il Creator io creatura
- Di più laudarlo sempre m'innamoro.
- Chè s'io contempli il gran premio venturo,
-
10A che Dio chiama la cristiana prole,
- Per me niente altro che quello si vuole:
- Ma di te, caro amico, sì mi duole,
- Che non rispetti (2) al secolo futoro,
- E perdi per lo vano il ben sicuro.
Transcribed Footnote (page 160):
(1) Rimunera.
Transcribed Footnote (page 160):
(2) Riguardi.
Transcription Gap: pages 161-356 (not pertinent)