Rossetti Archive Textual Transcription
Document Title: Biblioteca Scelta di Opere Italiane, Antiche e Moderne: Il Dittamondo di Fazio degli Uberti
Author: Fazio degli Uberti
Editor: Vincenzo Monti
Date of publication: 1826
Publisher: Giovanni Silvestri
Edition: 1
Volume: 176
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Dall' Illmo Sig. Consigliere Rivani.
IL DITTAMONDO
DI
FAZIO DEGLI UBERTI
FIORENTINO
RIDOTTO A BUONA LEZIONE
COLLE CORREZIONI
PUBLICATE
DAL. CAV. VINCENZO MONTI
NELLA PROPOSTA
E CON PIU' ALTRE.
Editorial Note (page ornament): woodcut of a small, wooden mill in center of page
Il più bel fior ne coglie.
MILANO
PER GIOVANNI SILVESTRI
M. DCCC. XXVI.
Transcription Gap: pages iii-xvi (not relevant)
Transcription Gap: pages [1]-349 (not relevant)
- ACCIOCCHÈ il mio parlar più ti diletti ,
- Farò lo tema mio maggior un poco
- Venendo , degradando a quel che aspetti.
- Così , com'hai udiot , con gran foco
- Nell' arsïon do Troja , e prima ancora
- Possedeano i giganti questo loco.
- Bruto , nel temp appunto ch' io dic' ora ,
- Con più Trojani in quest'isola venne ,
- Che cacciò quelli , e per signor dimora.
-
10La sua prosapia lungamente tenne
- Lo regno poi , ma troppo avrei a dire ,
- S'io dovessi contar ciò che ne avvenne.
- E però , tu che leggi , se hai desire
- Di ciò sapere , guarda l' alta storia
- Di Bruto , perchè qui nol puoi udire.
- Lungamente regnaro in tanta gloria ,
- Altia ne fur signor quei di Sassogna ,
- Secondo che per milti n' è memoria.
- Qui non ti conto il danno e la vergogna ,
-
20Che la isola in quel tempo sofferse ,
- Perocchè ad altro intender mi bisogna.
- Ma tanto ti vo' dir che strutte e sperse
- Vi fur le genti , e lo regno partito
- In molte parti ner genti diverse.
- Ed Alis negli anni ch'io t' addito
- In cantauria perse a far suo regno ,
- Be fa del corpo cortese ed ardito.
- Appresso di costui Celin disegno ,
- Poi Edelberto largo e temperato
-
30Cortese e franco e di nobile ingegno.
- In questo temp Agostin fu madato
- Qui per Ambrogio a perdicar la fede ,
- Per le cui man costui fu battezzato.
- Proprio negli anni che 'l mio dir procede
- Quei di Scozia, d'Irlanda e Nordanibri
- L'isola tutta convertir si crede.
- Ma paerchè maolto son confusi i libri
- Di tanti re quanti v' erano allora ,
- Convien che da tal meta mi delibr.
-
40Eran dal dì , che la raosa s' infiora
- Della luce del Ciel , da quattrocento
- Anni passati e più sessanta ancora ,
- Quando Uter-Pandragon con l' argo mento
- Del profeta merlin signor ne fu ,
- E tutta l' isola ebbe al reggimento.
- Seguitò poi il suo figliuol Artù,
- Lo qual fu largo , franco e termperato ,
- Quanto alcun altro nel suo tempo più.
- Tanto da' suoi fu temuto ed amaato ,
-
50Che lungamente dopo la sua morte
- Ch' ei dovesse tornar fu aspettato.
- Sanza reda rimase la sua corte ,
- Ma non che 'l regno fosse senza re ,
- Assai ve n'era d' una e d' altra sorte.
- D' un' altra schiatta anco gran fama è ,
- La qual fu prima , e poi che Lodovico
- Lo imperio in Franza tenesse per seè
- Armondo fu di questi ch' io to dico ,
- Ed Eldelfredo tenne il regno appresso ,
-
60Che del quinto Leon si fece amico.
- Filosofia amò quanto sè stesso ,
- Boezio espose , e fece alcun volume ,
- Buon fu per pace , e fiero in arme adesso.
- Forte e clemonte e con bello costume
- Odoardo seguì , e dopo lui
- Adestano , che fece a Scozia lume.
- Ed Amondo fu dietro di costui ,
- Appresso Alfredo , e dappoi Eduino ,
- Che tolto gli fu il regno per altrui.
-
70Segui un altro Odoardo , il cui destino
- Tal fu , che la noverca sua con fraude
- Morir lo cefe e tolsegli il domino.
- Ma non crea colui , che regna e gaude
- Per uccider altrui , che Dio nol paghe ;
- O con simil percosse o con più caude (I).
- Non dico più , ma per le mortal piaghe
- Ch' Everedo gli fe', lo regno prese ;
- Di che le genti ne fur triste e smaghe.
- Morto costui il dominio discese
-
80Ad Odoardo terzo , nel qual pensa ,
- Che spirito profetico s'accese.
Transcribed Footnote (page 354):
(I)
caude Per
calde.
- Costui sedendo realmente a mensa ,
- Dov' eran molti d' una e d' altra guisa ,
- Tenea la mente a imaginar sispensa ,
- E nello imaginar si mosse a risa ,
- Poi domandato quel perchè ridea ,
- Ai suoi secreti la cagion divisa.
- Risi perché in quel punto vedea
- In ciel montare i sette dormïenti ,
-
90Che in sul sinistro ciascun si volgea.
- Cercato poi del ver , furon contenti ;
- Più cose fece e disse , che a ridire
- A Dio son belle e divote alle genti.
- Dopo costui , che santo si può dire ,
- Rimase Araldo a governare il regno ,
- Se pon le orecchi a quel che a dire ti vegno.
Transcription Gap: 358-[521] (not relevant)
Electronic Archive Edition: 1