Raccolta
Di
Rime Antiche
Toscane.
Volume Secondo.
Palermo .
Dalla Tipografia Di Giuseppe Assenzio .
1817
Transcription Gap: pages [1]-150 (not translated by DGR)
Note: The paragraph begins with a cock-up initial. A typographical error exists in the second
to last sentence, where the sentence ends with a comma instead of a period.
Cecco Angolieri fu figliuolo di Angoliero nobile Sanese, e visse secondo il
Crescimbeni negli ultimi anni del secolo xiii. cavandosi dalle sue rime, che
si trovò egli al tempo di Carlo Re di Napoli, e Conte di Provenza, che se fu il
primo di questo nome morì circa il 1289. nel qual anno entrò nel regno
Carlo II. Boccaccio nella quarta novella della nona giornata del suo Decamerone fa menzione di
lui, e dice, ch'era bello, e costumato uomo, ma che odiava il padre. Amò una tale
Bichina, sopra la quale compose; scrisse anche varj Sonetti a Dante Alighieri, di cui era
amico. Le sue rime sono per lo più burlesche, e dimostrano il carattere suo faceto,
ed inchinevole alla derisione , Le rime che si offrono al pubblico sono state cavate dalla
Raccolta di Poeti Antichi fatta da
M. Leone Allacci.Nap.1661.
Transcription Gap: page 152 (blank page)
Note: The poem begins with a cock-up initial.
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Dante Alighier , Cecco tuo servo e amico
-
Si raccomenda a te , come a Signore ;
-
E sì ti prega per lo Dio d' Amore ,
-
Lo quale è stato tuo signore antico ;
-
Che mi perdoni , se spiacer ti dico ,
-
Che mi dà sicurtà tuo gentil core ,
-
Quel ch' io vo' dire in questo mio tenore ,
-
E al tuo sonetto in parte contradico .
-
Ch' al mio partir nell' una muta dice ,
-
10
Che non intendi suo sottil parlare
-
Di quel che disse la tua Beatrice .
-
E poi hai detto alle tue donne care ,
-
Che tu l' intendi : adunque contradice
-
A se medesmo questo tuo parlare.
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Dante Alighier , s' io son buon begolardo ,
-
Tu me ne tien ben la lancia alle reni ;
-
S' io pranzo con altrui , e tu vi ceni ;
-
S' io mordo il grasso , e tu ne succhi il lardo .
-
S' io cimo il panno , e tu vi freghi il cardo ;
-
S' io gentilesco , e tu Misser t' avvieni ;
-
S' io son sboccato , e tu poco t' affreni ;
-
S' io son fatto Romano , e tu Lombardo .
-
Sicchè , laudato Dio , rimproverare
-
10
Può l' uno all' altro poco di noi due :
-
Sventura , e poco senno ce 'l fa fare .
-
E se di tal matera vuoi dir piue ,
-
Rispondi , Dante , ch' io t' avrò a mattare ,
-
Ch'io sono il pungiglione , e tu sei 'l bue .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Lassar non vo' lo trovar di Bichina ,
-
Dante Alighier , è dà del mariscalco ,
-
Che par fiorino d' oro , ed è oricalco ,
-
Par zuccar cafettone , ed è salina .
-
Par pan di grano , ed è pan di sagina ,
-
Pare una torre , ed è un vile balco ,
-
Ed è un nibbio , e pare un girifalco ,
-
E pare un gallo , ed è una gallina ,
-
Sonetto mio , vattene a Fiorenza ,
-
10
Dove vedrai le donne , e le donzelle ,
-
Di' , che il suo fato è solo di parvenza .
-
Ed io per me ne conterò novelle
-
Al buon Re Carlo Conte di Provenza
-
E per 'sto modo i friserò la pelle .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Se io avessi un sacco di fiorini ,
-
Che non n' avesse un altro , che de' nuovi ,
-
E fosse mio Arcidosso , e Montegiovi ,
-
Ed anco cento some d' aquilini .
-
Non mi parrebbe aver tre bagattini ,
-
Senza Bichina , dunque in che ti provi ,
-
Babbo , di gastigarmi ? or che ti muovi
-
Della lor fede tutti i Saracini ?
-
E potresti anco , s' io non sia anciso ,
-
10
Tanto son fermo in questa opinione ,
- * * * * * * * *
-
Sicchè io vo' mostrare una ragione ,
-
E che 'l sia ver , chi la sguarda nel viso ,
-
Sed el gli è vecchio , diventa garzone .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
I' sono innamorato , ma non tanto ,
-
Che non men passi ben leggieremente ;
-
Di ciò mi lodo , e tegnomi valente ,
-
Che all' Amor non son dato tutto quanto .
-
E basta ben se per lui roto , e canto ,
-
Ed amo , e serveria chi gli è servente .
-
Ogni soperchio val quanto nïente ,
-
Ero non regna in me , ben mi do vanto .
-
Però non pensi donna , che sia nata ,
-
10
Che l'ami ligio , com' io vedo molti ,
-
Sia quanto voglia bella e delicata :
-
Che troppo amare fa gli uomini stolti ;
-
Però non vo' tener cotale usata ,
-
Che canta il cor , e divisa li volti .
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Transcription Gap: page 156 (not translated by DGR)
Note: Author: Cecco Angolieri
-
A cosa fatta già non val pentère ,
-
Nè dicer poi , così vorrei aver fatto :
-
Che sendo dietro poco può valere ,
-
Però s' avvezza l' uomo innanzi tratto .
-
E quando l' uomo comincia a cadere ,
-
Se non torna in süo stato di ratto :
-
Perch' io non seppi tal via tenere ,
-
Che là onde mi prude , sì mi gratto .
-
Io son caduto , e non posso levarmi ;
-
10
Non ho nel mondo parente sì stretto ,
-
Che mi porgesse man per sostentarmi .
-
Or non tenete a beffe questo detto ,
-
Che così piaccia alla mia donna aitarmi ,
-
Come non fu giammai sì ver sonetto .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
S' io fossi fuoco arderei lo mondo ,
-
S'io fossi vento lo tempesterei ,
-
Se fossi acqua io l' annegherei ,
-
Se fossi Dio mandereil in profondo .
-
Se fossi Papa sarei a lor giocondo ,
-
Che tutti i Cristiani imbrigherei ,
-
Se fossi Imperador , sai , che farei?
-
A tutti mozzerei lo capo a tondo.
-
Se fossi Morte anderei da mio padre ,
-
10
Se fossi Vita fuggirei da lui ,
-
E similmente faria da mia madre
-
Se fossi Cecco , com' io sono e fui ,
-
Torrei le donne più belle e leggiadre ,
-
E zoppe e laide lascerei altrui .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Se di Bichina il cor fosse diamante ,
-
E tutta l' altra persona d' acciajo ,
-
E d' Amor fredda come di gennajo ,
-
In quella parte u' non può sol levante .
-
O ella fosse nata d' un gigante ,
-
Siccome d' un asinel calzolajo ,
-
Ed o fuss' un , che toccasse somajo ,
-
Non mi dovrebbe dar pene cotante .
-
Ma s' ella un poco mi stesse ad udita ,
-
10
Ed io avessi l' ardir di parlare ,
-
Direi come son sua spene incarnita .
-
E poi le direi com' io son sua vita ,
-
Ed altre cose , ch' io non vo' contare ;
-
Parmi esser certo , che ella direbbe , ita .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Babbo , Bichina , Amore , e mia Madre
-
M' hanno già come tordo a siepe stretto :
-
Prima vo' dir ciò , che mi fa mio Padre ,
-
Che ciascun dì da lui son maledetto .
-
Bichina vuol le cose sì leggiadre ,
-
Che non le fornirebbe Macometto :
-
Amor mi fa invaghir di sì gran ladre ,
-
Che par , che sien figliuole di Gajetto .
-
Mia Madre lassa per la non potenza ,
-
10
Sicchè lo debbo aver per ricevuto ,
-
Poich' io so chiaramente la sua intenza .
-
L' altrier vedendo lei , dielle un saluto
-
Per discacciar la sua malevoglienza ;
-
Sì disse ; va figliuol , che sie fenduto .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Qual è senza denari innamorato ,
-
Faccia le forche , e appicchisi se stesso :
-
Che 'l non muore una volta , ma più spesso ,
-
Chi non fa quel , che da ciel fu cacciato .
-
Ma certo credo per lo mio peccato ,
-
Se v' è nel mondo Amore , io son desso ,
-
E non avrei sol da pagare un pesso ,
-
S' altri di me si fosse reclamato .
-
Qual' è la ragion perch' io non m' appicco ?
-
10
Un pensiero , che molto mi par vano :
-
Ch' io ho un padre vecchio , e molto ricco :
-
Che attendo pur , che muora a mano a mano ,
-
E dee morir quando lo mar sia sicco :
-
Fallo Dio per mio strazio essere sano .
Transcription Gap: rest of page (not translated by DGR)
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Meglio so cavezzar in su d 'un letto,
-
Che nessun uom, che vada su due piedi;
-
Che in prima fo degli altrui denar miei,
-
Udirete poi com' io mi assetto:
-
Che in una cheggio per maggio diletto
-
Essere in braccio stretto di colei,
-
In cui l'anima, e 'l cor, e 'l corpo dei
-
Interamente senza alcun difetto.
-
E poi quando mi trovo in su la mente
-
10
Di queste cose, ch' io m' ho millantato,
-
Fo mille morti il di e sto dolente,
-
E tutto il sangue mi sento turbato,
-
Ed ho men possa, che l' acqua corrente,
-
Ed avro fin ch' io saro innamorato.
Transcription Gap: rest of page (not translated by DGR)
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Chi non sente d' Amor o tanto , o quanto
-
In tutto il tempo , che la vita dura ,
-
Non deve esser sotterrato al santo ,
-
Se non con quello , che non rende usura .
-
Ed il medesmo si può dare un vanto ,
-
Ch' egli sia sciagurato fuor misura ;
-
E quello , che d' Amore porta manto
-
Può dire , che sia pinto da ventura .
-
Perchè l' Amore è sì nobile cosa ,
-
10
Che s' egli entrasse in quello dall' Inferno ,
-
Non ebbe mai , nè deve avere posa .
-
Egli averebbe gloria in eterno ,
-
E la sua vita staria giojosa ,
-
Come ribalda all' uscita del verno .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Qualunque ben sì fa naturalmente ,
-
Nasce d' Amor , come dal fiore il frutto ,
-
Perchè Amor fa l' uomo esser valente ,
-
Ancor fa più , che nol trova sì brutto :
-
Che per lui non si adorni immantinente ,
-
E non par desso poi , sì 'l muta tutto ;
-
Dunque può dire bene veramente
-
Che chi non ama , sia morto e distrutto .
-
Ch' uomo val tanto , quanto ha in se bontate ,
-
10
E la bontà senza Amor non può stare .
-
Dunque ben ho io usato veritate .
-
Or va, sonetto, senza dimorare
-
A tutti innamoratti , e innamarate ,
-
E di' lor , che Bichina ti fa fare .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Chi dice del suo Padre altro , che onore ,
-
La lingua gli dovrebbe esser tagliata ,
-
Perchè son sette le mortal peccata ,
-
Ma infra l' altre quello è lo maggiore .
-
S' io fossi prete , o pur frate minore ,
-
Al Papa fora la mia prima andata ,
-
E direi ; Padre Santo , una crociata
-
Si faccia in dosso a chi lor fa disnore .
-
E s' alcuo fosse per lo suo peccato ,
-
10
Che in quello stallo gli venisse a mani ,
-
Vorrei che fosse cotto , e poi mangiato .
-
Dagli uomin nò , ma da' lupi , e cani ,
-
Dio mel perdoni , ch' io non ho già usato
-
Motti non bei , ma rustici , e villani .
Transcription Gap: rest of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: first poem on page 163 (not translated by DGR)
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Il pessimo , e 'l crudel odio , ch' io porto
-
Con grandissimo dritto al padre meo ,
-
Lo farà viver più che Buradeo ,
-
Di questa gia buon dì mi sono accorto .
-
Odi or natura , sei terrei gran torto ;
-
L' altrier gli chiesi un bicchier un raspeo ,
-
Che n' ha ben cento vece il can giudeo ,
-
E in verità vicin m' ebbe che morto .
-
Dio ! se v' avessi chiesto di vernaccia ,
-
10
Diss' io solamente per lui provare ,
-
Si mi volesse sputar in la faccia .
-
Poi m'È detto , ch' io nol debbo odiare :
-
Ma chi sapesse bene ogni sua traccia ,
-
Direbbe , il cor gli dovresti mangiare .
Note: Author: Cecco Angolieri
-
Io ho sì tristo il cor di cose cento ,
-
Che cento volte il dì penso morire ;
-
Avvegna che il morir mi fora abento ,
-
Ch' io non ho abento se non di dormire .
-
E nel dormire ho tanto di tormento ,
-
Che di tormento non posso guarire ;
-
Ma ben porría guarire in un momento ,
-
Se momento avessi quella , che ire
-
Mi fa tanto dolente in fede mia ,
-
10
Che mia non par , che sia alcuna cosa ,
-
Altro che cosa corucciosa e ria .
-
Ed è sì ria la mia vita dogliosa ,
-
Ch' io son doglioso a chi mi scontra in via ,
-
E via non veggio , che mai aggia posa .
Transcription Gap: pages 165-168 (not translated by DGR)
Sig. Vol. II. Y
Note: The paragraph begins with a cock-up initial.
In Pistoja l' anno 1270. da Ser Francesco di Guittoncino di Sigisbuldo Sinibuldi , e da
Madonna Diamante di Bonaventura di Tonnello ambidue Postojesi , ebbe i natali Guittoncino ,
detto poi Cino per la solita popolare usanza di abbreviare i nomi . Ebbero molto cura della sua
educazione i parenti , e lo posero sotto la disciplina di Francesco da Colle , uno de' savj
grammatici di quella età ; il quale oltre avergli ispirato il buon gusto per l'
amena letterati ra , lo istruì ancora ottimamente nelle dialettiche, e filosofiche
dottrine allora in uso . Ricevuti Cino i primi elementi della letteraria istituzione , si
applicò alla giurisprudenza , che a quei tempi era più adattata ad aprire
il sentiero agli onori , e più conveniente alla civiltà della nascita , e
ad una decorosa utilità . Decorato in Bologna del grado di Baccalauro , o di
Licenziato , ritornò alla patria , dove fu eletto Assessore delle cause civili l'
anno 1307. Fu quest' anno turbolentissimo per li Pistojesi , a cagione delle ostinate fazioni
Bianca e Nera , che nate in Pistoja percorsero e devastarono miseramente non solo quella ed il
resto della Toscana , ma tutta l' Italia . I Bianchi , diramazione de' Ghibellini , e con li
quali facevano causa comune , signoreggiavano in Pistoja fino del 1300. , quando i Neri , ed i
Guelfi di Firenze e di Lucca , piantata l' oste intorno a quella città, dopo lunga
ed ostinata guerra la constrinsero alla resa con iniquissime condizioni l' anno 1307. Tra
queste fu il richiamo de' Fuorusciti Neri e Guelfi , con la dichiarazione, che tutti quel-
li della parte Nera , i quali erano debitori de' Bianchi , non
potessero essere molestati da questi , nè esser costretti a pagare , se non dopo tre
anni dal giorno in cui erano rientrati in Pistoja . Tale articolo promosse molte liti e
quistioni , nelle quali dovette giudicare Messer Cino , come egli stesso nel suo Comento al
Codice ci dice . Essendo egli della parte Bianca o sia Ghibellino , non potè
trattenersi a lungo nella patria sua , e molto meno nell' impiego di Giudice , dopo la
conquista fattane dall' armi de' Neri . Fu adunque costretto ad allontanarsi , ma non si sa, se
per publico bando come seguace de' Ghibellini , o volontariamente per isfuggire le
calamità , che aflliggevano la sua patria , e per sottrarsi dai tristi effetti delle
fazioni . Nel suo esilio andò verso la Lombardia, dove erasi ritirato Filippo
Vergiolesi capo de' Bianchi di Pistoja con Madonna Selvaggia sua figliuola ; costei era l'
oggetto dell' amorosa passione di Messer Cino , e anche quello delle sue rime , nelle quali
celebra i pregi della sua Donna , le amorose vicende , e finalmente con molta tenerzza ne
compiange la morte . Si unì poscia in matrimonio con Margherita di Lanfranco degli
Ughi , nomilissima famiglia di Pistoja , da cui ebbe un figliuolo detto Mino , e quattro
femmine , Diamante , Beatrice , Giovanna , e Lombarduccia . Fu Messer Cino uno di quei , che
sommamente contribuirono al perfezionamento della nostra lingua , e della lirica poesia , e
Dante lo intitola
Cantor d' Amore , e gli dà spezialmente lode d' aver con magistero innalzato il volgare idioma
, spogliandolo di tauti rozzi vocaboli , di tante perplesse construzioni , di tante difettive
pronunzie , di tanti contadineschi accenti ; così egregio , e districato , cosi
perfetto , così
civile riducendolo , come le sue canzoni , e dell' amico suo dimostrano : e
sempre poi con somma lode lo rammenta , ed i suoi versi produce per modello di ben poetare . Ed
il Petrarca , il quale a tanta pulitezza , e bellezza ridusse l'italiana poesia , che tolse a'
posteri la speranza di superarlo , molto apprese da Messer Cino per la naturalezza , e
leggiadria dello stile , e per la semplicità del linguaggio volgare : la qual cosa
ad evidenza apparisce allorchè confrontansi le Rime di entrambi. Nel 1336. fu
sorpreso da gravissima infermità nella sua patria , e credesi morto in quell' anno ;
fu seppellito nella Chiesa Catedrale di Pistoja . Verso l' anno 1312. incominciò a
scrivere il famoso Comento sopra i primi nove libri del Codice , e lo terminò in due
anni alti 11. di luglio del 1314. Chiarissima prova del suo straordinario sapere nella scienza
legale , non tanto per la materia e per la maniera di trattarle , quanto per la sorprendente
celerità con cui lo condusse a fine . Le
Rime di questo sì famoso Poeta sono state raccolte dal Chiariss. Sebastiano Ciampi
, il quale insiememente ha compilato copiose memorie intorno alla sua vita, e sono state
stampate in Pisa nel 1813. da Nicolò Capurro : dalla quale edizione sono tratte
quelle della presente Raccolta .
Transcription Gap: pages 172-196 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Questa leggiadra Donna , ched io sento
-
Per lo suo bel piacer nell' alma entrata ,
-
Non vuol veder la ferita , ch' ha data
-
Per gli occhi al cor , che sente ogni tormento .
-
Anzi si volge di fiero talento
-
Fortemente sdegnosa ed adirata ,
-
E con questi sembianti è sì cambiata ,
-
Ch' io me ne parto di morir contento ;
-
Chiamando per soverchio di dolore
-
10
Morte , sì come mi fosse lontana ,
-
Ed ella mi risponde nello core .
-
All' otta ch' odo , ch' è sì prossimana ,
-
Il spirito accomando al mio Signore ;
-
Poi dico a lei : tu mi par dolce e piana .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 198-202 (not translated by DGR)
Transcription Gap: top of page (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
O tu , Amor , che m' hai fatto martíre ,
-
Per la tua fè , di langore e di pianto ,
-
Dammi , per Dio , della tua gioja alquanto ,
-
Ch' io possa un poco del tuo ben sentire ;
-
E se ti piace pur lo mio languire ,
-
Morir mi farai poscia certo tanto ,
-
Facendomi tornar sotto l' ammanto ,
-
Ove poi piagnerò pene e gioire .
-
Uom , che non vide mai ben , nè sentío ,
-
10
Crede , che 'l mal sia così naturale ,
-
Però gli è più leggier ; e così
è 'l mio :
-
Quella è la via di conducermi a tale ,
-
Ch' i' senta 'l mal secondo ch' egli è rio ,
-
Provando 'l suo contrario quanto vale .
Transcription Gap: pages 204-207 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Io fui 'n su l' alto e 'n sul beato monte ,
-
Ov' adorai baciando il santo sasso ,
-
E caddi 'n su quella pietra, ohimè lasso !
-
Ove l' Onesta pose la sua fronte ,
-
E ch' ella chiuse d' ogni virtù 'l fonte
-
Quel giorno , che di morte acerbo passo
-
Fece la Donna dello mio cor lasso ,
-
Già piena tutta d' adornezze conte .
-
Quivi chiamai a questa guisa Amore :
-
10
Dolce mio Dio , fa' che quinci mi traggia
-
La morte a se , che quì giace il mio core .
-
Ma poi che non m' intese il mio Signore ,
-
Mi dipartii pur chiamando Selvaggia .
-
L' alpe passai con voce di dolore .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 209-213 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Naturalmente chere ogn' amadore
-
Di suo cor la sua Donna far saccente ,
-
E questo , per la visïon presente ,
-
Intese di mostrare a te Amore ,
-
In ciò che dello tuo ardente core
-
Pasceva la tua Donna umilemente ,
-
Che lungamente stata era dormente ,
-
Involta in drappo d' ogni pena fore .
-
Allegro si mostrò Amor venendo
-
10
A te per darti ciò , che 'l cor chiedea ,
-
Insieme due coraggi comprendendo ,
-
E l' amorosa pena conoscendo ,
-
Che nella Donna conceputa avea ,
-
Per pïetà di lei pianse , partendo .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 215-219 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Infra gli altri difetti del libello ,
-
Che mostra Dante signor d' ogni rima ,
-
Son duoi sì grandi , che a dritto l' estima ,
-
Che n' aggia l' alma sua luogo men bello .
-
L' un è , che ragionando con Sordello ,
-
E con molt' altri della dotta scrima ,
-
Non fe' motto ad Onesto di Boncima ,
-
Ch' era presso ad Arnaldo Daniello .
-
L' altr' è , secondo che il suo canto dice ,
-
10
Che passò poi nel bel coro divino ,
-
Là dove vide la sua Beatrice ,
-
E quando ad Abraam guardò nel sino ,
-
Non riconobbe l' unica Fenice ,
-
Che con Síon congiunse l' Appennino .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 221-222 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Quai son le cose vostre , ch' io vi tolgo
-
Deh , Guido , che mi fate sì vil ladro ;
-
Certi bei motti volentieri accolgo ,
-
Ma funne mai de' vostri alcun leggiadro ?
-
Guardate ben , ch' ogni carta io rivolgo ,
-
S' io dico il vero , io non sarò bugiadro :
-
Queste cosette mie da chi le tolgo ,
-
Ben lo sa Amor , dinanzi a cui le sguadro .
-
Ciò è palese , ch' io non fu' mai artista ,
-
10
Nè ch' opro d' ignoranza per disdegno ;
-
Ponghiam che 'l mondo guardi sol la vista ;
-
Ma son un cotal uom di basso 'ngegno
-
Che vo piangendo sol con l' alma trista
-
Per un cor ( lasso ) cli è fuor d' esto regno
.
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
In verità questo libel di Dante
-
È una bella scisma di Poeti ,
-
Che con leggiadro e vago consonante
-
Tira le cose altrui nelle sue reti .
-
Ma pur tra Gioviali , e tra Cometi ,
-
Riverscia il dritto , e 'l torto mette avante ,
-
Alcuni esser fa grami , alcuni lieti ,
-
Com' Amor fa di questo e quello Amante .
-
Poi che gli essempi suoi falsi e bugiardi
-
10
Quai presso pon , quai lungi dal Demonio ,
-
Debbano star sì come voti cardi ;
-
E per lo temerario testimonio ,
-
La vendetta de' Franchi , e de' Lombardi
-
Si dorrà , qual di Tullio fece Antonio .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 225-233 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Dante , quando per caso s' abbandona
-
Il disío amoroso della speme ,
-
Che nascer fanno gli occhi del bel seme ,
-
Di quel piacer , che dentro si ragiona ,
-
I' dico poi se morte gli perdona ;
-
Se poi ella tien più delle duo streme ?
-
L' almo gentil , la qual morir non teme ,
-
Se tramutar si può 'n altra persona ?
-
E ciò mi fa quella , che è maestra
-
10
Di tutte cose , e per quel ch' io sent' anco
-
L' entrata lascio per la ria finestra ;
-
Per lei che 'l mio creder non è manco
-
Che prima stato si o dentro , o estra ,
-
Rotto mi sono orni mie ossa e fianco .
Transcription Gap: bottom of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 235-238 (not translated by DGR)
Transcription Gap: top of page (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Vinta e lassa era già l' anima mia ,
-
E 'l corpo in sospirar , ed in trar guai ,
-
Tanto che nel dolor m' addormentai ;
-
E nel dormir piangeva tutta via .
-
Per lo fiso membrar , che fatto avía ,
-
Poi ch' ebber pianto gli occhi miei assai ,
-
In una nuova visïon entrai ,
-
Ch' Amor visibil veder mi paría ,
-
Che mi prendeva , e mi menava in loco ,
-
10
Ov' era la gentil mia Donna sola :
-
Davanti a me parea , che gisse un foco ,
-
Dal qual parea , che uscisse una parola ,
-
Che mi dicea : deh mercede un poco ,
-
mhe ciò mi 'spon con l' ale d' Amor vola .
Transcription Gap: pages 240-246 (not translated by DGR)
Note: Author: Cino da Pistoja
-
Io mi son dato tutto a tragger oro
-
A poco a poco del fiume , che 'l mena ,
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Pensandone arricchire ,
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E credone ammassar più che 'l re Poro ,
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Traendol sottilmente fra l' arena ;
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Ond' io potrei gioire ,
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E penso tanto a questo mio lavoro ,
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Che s' io trovassi d' ariento vena ,
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Non mi potría gradire ;
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Però che non è mai maggior tesoro ,
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Che quel , che lo cor tragge fuor di pena ,
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E contenta il disire .
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Però contento son pure ad amare
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Voi , gentil Donna , da cui mi convene
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Più sottilmente la speranza trare ,
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Che l' oro di quel fiume .
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Transcription Gap: pages 248-318 (not translated by DGR)
Editorial Note (page ornament): Each paragraph of the following section begins with a cock-up initial.
Albertuccio della Viola è collocato dall' Editore Fiorentino tra li Poeti , che
fiorirono nel 1260 , e non si ha altra notizia di lui nè tra la
Isotoria della volgar Poesia del Crescimbeni , nè in quella della
Letteratura Italiana del Tiraboschi .
Franceso Ismera de' Becchenugi fu Fiorentino , e dal Bembo ricordato tra quelli , che furono
innanzi a Dante , cioè circa il 1260. Sembra dalle sue poesie , che fosse stato uomo
dotto , e massimamente nella filosofia meccanica , secondo osserva Crescimbeni . Il sonetto
trovasi nella Raccolta di M. Allacci , e la canzone nelli
Poeti del Primo Secolo della Letteratura Italiana raccolti in Firenze. Nella Biblioteca Strozzi trovansi manoscritte le sue Rime.
Fredi da Lucca dall' Editore Fiorentino è allogato tra li Poeti , che fiorirono
nel 1260 ; e dalla citata Raccolta si è cavata la canzone, che in questa si
riproduce .
Gianni Alfani fiorì ne' tempi di Fra Guittone , e di Guido Cavalcanti , e fu
riputato tra li più culti e leggiadri Rimatori di quella prima età della
Toscana Poesia . Nella Chigiana in Roma , e nella Stroziana in Firenze ritrovansi manoscritte
le sue Rime ; dall' Edizione Fiorentina sono state tratte quelle della presente Raccolta .
Maestro Migliore da Firenze , secondo tiene per fermo il Crescimbeni , fu del tempo di Fra
Guittone, o di quel torno , e lo pone verso il 1260. Adoperò nelle sue poesie
sentimenti dottrinali , e gagliarde forme di dire : e per lo suo sapere fu onorato del titolo
di Maestro , il quale soleva darsi soltanto a coloro , che in grado eccellente alcuna delle
prinicpali scienze possedevano . Dall' Edizione Fiorentina sono tratti i due sonetti , che di
questo Poeta si trovano .
Monaldo da Soffena fu Poeta antico rammentato dall' Allacci , e dall'Ubaldini. Le sue rime si
leggono nella Strozziana in Firenze , e nella Chigiana in Roma al cod. 574. L' Editore
Fiorentino lo pone nel 1260 e dalla sua Raccolta si sono prese le rime , che in questa si
inseriscono .
Paganino da Serzana fiorì al parer dell' Editore Fiorentino nel 1260. e dalla
citata Raccolta si sono cavate le rime di questo antico Poeta .
Messer Polo da Lombardia a giudizio del Crescimbeni fiorì a' tempi di Fra Guittone
, e di Guido Cavalcanti, e l' Editore Fiorentino annotalo all' anno 1260. Fu assai culto , e
grazioso rimatore , ed annoverolo il soprallegato Crescimbeni tra gli antichi maestri della
Toscana Poesia . Al cod. 574. della Chigiana in Roma trovansi manoscritte le sue rime , e
dall'Edizione Fiorentina sono state tolte queste, che
si stampano in questa Raccolta .
Pucciarello da Fiorenza è dall' Editore Fiorentino collocato nel 1260 , e dalla
sua Raccolta si son cavate le rime quì poste .
Transcription Gap: pages 322-324 (not translated by DGR)
Note: Author: Albertuccio della Viola
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Alla danza la vidi danzare ,
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L' Amorosa , che mi fa allegrare .
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Così , come danzava , mi ferío ;
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Non mi fallío la fiore delle fiore .
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Addovenir ne voglio
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Giudeo pessimo e reo ,
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Se il Deo dell' Amore
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Non mi conduce con voi , Amor mio ,
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Non ne camp io : omè , donn' e signore
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Quante pene mi facea durare .
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Sir Iddio , non l' avess' io mai veduta ,
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Nè conosciuta danzare alla danza ;
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E al cor m' ha data mortale feruta ,
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E sì aguta non credo campare ,
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Se lo suo dolce amore non m' ajuta .
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Alla postuta stonne in dubitanza
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Sì che appena men credo campare .
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Vestut' era d' un drappo di Sorìa
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La Donna mïa , e stavale bene .
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Rallegrava la gente tuttavia ,
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Che la vediía , traea lor di pene ;
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E mi ha data tanta signoría ,
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Che 'n quella día solazzo nè bene ,
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'Nanti foco ardente mi pare .
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Tutti gli allegrava l' avvenente
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Rosa aulente , cotanto sapía ,
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E me non riguardava di nëente ,
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O me dolente , sì com' far solía .
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Ma s' ella lo facesse accortamente ,
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Certanamente ben m' ancidería ,
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Ed io più vivo non vorría stare .
Transcription Gap: pages 326-338 (not translated by DGR)
Transcription Gap: top of page (not translated by DGR)
Note: Author: Migliore da Firenze
Note: The sonnet begins with a cock-up initial.
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Amor , s' io parto , il cor si parte e duole ,
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E vuol disamorare , e innamura :
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Tant' ho guardato al raggio dello Sole ,
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Che ciò , ch' io veggio , par di sua natura .
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Lo cor ciò , ch' ha voluto , non disvuole ,
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E lo voler s' ancide , se li dura ,
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Membrandoli la gioja , ch' aver suole ,
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Ch' ogni altra vita a morte lo spaura .
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Oi lasso , che non è gioja d' Amore
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A nessun uomo , che di buon cor ama ,
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Che non aggio più doglia , che dolzore .
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Lo cominciare è doglia a chi lo brama ,
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E lo finire è doglia , e più dolore ,
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E 'l mezzo è doglia, e conforto si chiama .
Transcription Gap: pages 340-349 (not translated by DGR)
Transcription Gap: top of page (not translated by DGR)
Note: Author: Pucciarello da Fiorenza
Note: The sonnet begins with a cock-up initial.
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Per consiglio ti do de passa passa ,
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Voltar mantello a quel vento che viene ;
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Chi 'nalzar non se può , molto fa bene ,
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Ch' a suo vantaggio fiettendo s' abbassa .
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Per sempio mostro l' arboscella bassa ,
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Quando la piena incontra le viene ,
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Ch' ella si fiette , e così se mantiene
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Per fin che piena dura aspera passa .
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Però , quando ti vedi starne abbasso ,,
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Sta cieco , sordo , muto ; e sì non meno
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Ciò ch' odi e vedi , taci e nota appieno .
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Finchè fortuna te leva da basso .
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Poi taglia , stronca , mozza , rompi , e batti ,
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E fa che mai non torni a simil atti .
Transcription Gap: rest of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 352-366 (not translated by DGR)
Note: Author: Onesto da Bologna
Note: The sonnet begins with a cock-up initial.
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Quella crudel stagion , ch' a giudicare
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Verrà 'l nostro Signor tutto lo mondo ,
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E' non sarà null' uom , che consolare
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Possa il suo core , quanto vuol , sia mondo .
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Che 'l tremeranno la terra , e lo mare ,
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Ed aprirassi il ciel per lo gran pondo ,
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E vorrà 'l giusto volentier campare ,
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E dirà 'l peccator ; dove mi ascondo ?
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Ei non sarà nessun Angel divino ,
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Che non aggia paura di quell' ira ,
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Fuorchè la Vergin Donna , nostra guida .
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Or com' farò , che di peccar non fino ?
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Egli è simil , che sono presso a sira ,
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Se gli suoi giusti pregi non m' aida .
Note: Author: Onesto da Bologna
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Non so , s' è mercè , che mò viene a meno
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O è sventura , o soperchianza d' arte ,
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Che per la Donna mia Luni , e Marte ,
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E ciascun dì con se ragiona appieno .
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Più d' uom vivente crudel vita meno ,
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Nè mai mi disse , dalla morte guarte ;
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Mercè voi , che son già gli spirti sparte ,
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E che n' avete stanco un uom terreno .
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E se forza d' Amor con dritta prova
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Mi concedesse d' umiltà vestita ,
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Ch' io la trovassi solo un' ora stando ,
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Fora tanta giojosa la mia vita ,
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Che quale mi conosce , risguardando ,
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Vederìa in me d' Amor figura nova .
Transcription Gap: pages 368-376 (not translated by DGR)
Transcription Gap: top of page (not translated by DGR)
Note: Author: Terino di Castel-Fiorentino, o d'Oltrarno
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Se vi stringesse , quanto dite , Amore ,
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Che vi mettesse in dubbio di finita ,
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Voi stareste lontano dal Signore ,
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Messer Onesto , che vi può dar vita .
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Voi passereste per lo mar maggiore ,
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Non che per l' Alpi , ch' hanno via spedita :
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Per rallegrar di gioja il vostro core ,
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Per la veduta , che me non aita .
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Anzi mi fa maggiormente dolere ,
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Ch' i' non posso trovar guado nè ponti ,
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Ch' alla mia Donna gir possa o mandare .
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Che maggior pena non si può avere ,
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Che veder l' acque delle chiare fonti ,
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E aver sete , e non poterne bere .
Transcription Gap: middle of page (not translated by DGR)
Note: Author: Tommaso Buzzuola
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Como le stelle sopra la Diana
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Rende splendor con grande claritate ;
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Così la mia Donna par sovrana
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Di tutte le donne ch' aggio trovate .
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Che la sua angelica figura umana
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Mi par ornata di tutta beltate ;
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Umile portatura , soave , e piana
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In lei si trova con grande onestate .
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Però di lei amar aggio temenza ,
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Considerando su' alto valore
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E 'l senno e la bellezza , che in lei pare .
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Per Dio , la prego , ch' aggia provedenza
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Di me , che sono suo leal servidore ,
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Ma per temenza non l' oso mostrare .
Transcription Gap: rest of page (not translated by DGR)
Transcription Gap: pages 380-427 (not translated by DGR)